Le operazioni militari a Idlib continuano

  
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1.
Siria
Il giornale al-Watan ha riferito lunedì che a causa delle forti piogge nel sud di Idlib, l’esercito siriano ha sospeso l’avanzata della fanteria nell’area, i militari continuano a lanciare artiglieria e attacchi aerei e da lanciarazzi multipli contro i militanti nell’Idlib occidentale. Lo staff generale delle forze armate siriane ha dichiarato il 24 dicembre che oltre 40 villaggi, compresi siti strategicamente importanti, sono stati liberati durante l’operazione militare avviata il 19 dicembre nella provincia di Idlib.
2.
Ucraina-Donbass
Il ministero degli Esteri russo ha affermato che la Russia accoglie con favore lo scambio di prigionieri tra Kiev e il Donbass. Il ministero ha definito questa procedura un importante passo umanitario ed ha espresso la speranza che il lavoro sullo scambio di prigionieri continuerà l’anno prossimo. Lo scambio di prigionieri di guerra tra Donbass e Kiev ebbe luogo il 29 dicembre. RPL ha trasferto 25 persone nella parte ucraina e ne ricevette 63. RPD trasferì 52 persone a Kiev e la parte ucraina trasferì 60 persone. Lo scambio è stato monitorato dai rappresentanti del Comitato internazionale della Croce rossa e dell’OSCE. Il capo del gruppo di lavoro prigionieri di guerra RPL, Olga Kobtseva, ha affermato che i rappresentanti del RPL nel sottogruppo umanitario proseguiranno il dialogo sull’ulteriore rilascio di persone ai colloqui a Minsk.
3.
Iran
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Abbas Mousavi ha dichiarato che Teheran considera gli attacchi statunitensi in Siria e Iraq un atto di terrorismo e chiede agli Stati Uniti di lasciare la regione. «Questi attacchi hanno dimostrato ancora una volta che gli Stati Uniti mentono quando si tratta di combattere il gruppo dello Stato islamico, mentre gli Stati Uniti hanno sparato sulle posizioni di forze che negli ultimi anni hanno inferto un duro colpo ai terroristi dello Stato islamico (bandito dalla Federazione Russa)», ha detto Musavi. Il Pentagono ha affermato in precedenza che gli Stati Uniti hanno attaccato il movimento di Kataib Hezbollah in Iraq e in Siria «in risposta a ripetuti attacchi alle basi irachene».
4.
Sudan
Il portale di notizie Masravi riporta che lunedì il tribunale penale del Sudan ha condannato a morte 27 agenti di sicurezza per bullismo e uccisione dell’insegnante Ahmed al-Kheir durante una protesta nel febbraio 2019.
È stato riferito che il tribunale, durante 26 udienze, ha ascoltato testimonianze di testimoni e ha accertato la colpevolezza degli ex funzionari delle forze dell’ordine sudanesi. La morte di un insegnante sudanese provocò indignazione nella società e scatenò proteste, che culminarono nella rimozione del potere del presidente Omar al-Bashir.

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